Dalle Meraviglie del Louvre alla Grandeur dove non tramonta mai il sole!

Parigi 24-25 aprile 2019

Nubi sulle Tuilleries

Proseguiamo il nostro tour di Parigi, con due giornate particolarmente impegnative, visto che abbiamo affrontato Louvre e Versailles.
Il 24 abbiamo quindi deciso di affrontare uno dei musei più importanti del mondo, e uno anche dei più giganteschi.
Armatevi di una grandissima pazienza e forza di volontà d’acciaio se deciderete di andare al Louvre, perché il bombardamento visivo è superato solo dalla calca disumana che solca ogni giorno i suoi corridoi.
Grazie al nostro (amatissimo) Museum Pass, abbiamo evitato una considerevole fila ai controlli di sicurezza, che sono ovunque, quindi non sperate di evitarveli. Ci siamo anche evitati le file alle biglietterie.
L’ingresso del Louvre, come sapranno ormai tutti, è attraverso un’imponente piramide di vetro che immette da una spettacolare scalinata a chiocciola nell’atrio super moderno.
In fondo all’atrio sono disponibili alcuni punti informazioni e vi consiglio di prendere le cartine gratuite, perché le dimensioni del museo scoraggiano un’esplorazione ingenua e disorganizzata.
Le varie aree tematiche sono suddivise tra 3 o 4 ingressi, a seconda di ciò da cui volete cominciare, ma in ogni caso tutte le aree principali sono bene o male collegate. E’ comunque un tipo di visita molto dispersiva, per cui il mio suggerimento, se ne avete l’opportunità, è di dividere la visita due giorni, in modo da sopravvivere all’estenuante tour de force, oppure, se avete la possibilità di un solo ingresso, di decidere in anticipo cosa volete vedere e selezionare alcune delle più importanti opere d’arte, cercando quindi di concentrarvi solo sull’essenziale.
Una camminata random senza mete precise potrà costarvi anche sei ore di sosta e tantissima stanchezza!
Giulio ci teneva a vedere la collezione egizia, motivo per cui ci siamo concentrati sulle aree di arte antica.

Particolarmente bella è anche la collezione assiro-babilonese, che purtroppo era chiusa per restauri.
Ovviamente imprescindibile è una visita alla prestigiosa galleria rinascimentale, dove sono esposti alcuni dei più importanti capolavori artistici dell’Italia quattro-cinquecentesca, inclusa anche l’ovvia Gioconda, che ha una sala enorme tutta per sé (e di cui non vedrete foto, perché ci siamo ben guardati dall’affrontare la folla abnorme che la sovrastava). Per non annoiarvi con foto di bassa qualità, vi inserisco solo un paio delle decine di capolavori, pressoché abbandonati a se stessi che potrete ammirare, come Caravaggio e Rosso Fiorentino (ma potrete ammirare altre opere di Leonardo, di Cimabue, Guercino, Guido Reni e moltissimi altri).

E non si possono nemmeno non citare le celeberrime Nike di Samotracia e Venere di Milo, che sono tra le più preziose opere di arte greca conosciute in tutto il mondo e ovviamente sommerse di turisti, ma che danno sempre un’incredibile emozione quando si possono ammirare dal vivo.

La visita non può non tener conto anche di alcune importanti opere scultoree come il celebre “Schiavo morente” di Michelangelo e le due celebri versioni di “Amore e Psiche” di Canova di cui vi allego la foto della più snobbata, per quanto meravigliosa, versione dei due amanti in piedi e appoggiati l’uno all’altra.

Le collezioni del Louvre sono sterminate e spaziano dall’epoca egizia all’Ottocento, per tanto troverete materiale per tutti i gusti fino a perdere quasi la cognizione di voi stessi.
Come detto prima, tenete in considerazione il grandissimo afflusso di pubblico e che le opere principali sono sempre molto affollate, rendendo quindi difficile poterle ammirare con calma e da vicino.
Se poi avrete la pazienza di godervi le opere meno conosciute, sicuramente vi ritroverete immersi in un’atmosfera elettrizzante e ricca di spunti affascinanti.

Contrasti

Usciti dal Louvre, dopo quasi 5 ore molto intese, non potevamo che essere molto stanchi e affamati! Abbiamo vagabondato nei dintorni fino a trovare una piccola creperie, in cui ci siamo gustati una tradizionale galette con grano saraceno, la mia con porri e salmone e un’accenno di aneto, e una crepe dolce, con una golosa colatura di cioccolata, che ci hanno rinfrancato.

Nei dintorni sono anche presenti moltissimi negozi di souvenir per i vostri acquisti dell’ultimo minuto che potranno soddisfare il vostro bisogno di chincaglierie.
Nonostante il meteo sempre più incerto, dopo pranzo ci siamo fatti una stimolante passeggiata lungo l’imponente giardino delle Tuilleries, originariamente progettato per volere di Caterina de’ Medici e successivamente ampliato e arricchito dal seicento con il classico formalismo geometrico che caratterizza il giardino alla francese.
La vista in cima ai giardini lato Louvre consente un’affascinante prospettiva tra il Louvre e Place de la Concorde, in uno spazio senza soluzione di continuità molto suggestivo che culmina con l’imponente fontana che vedete in alto nel post.
Ovunque è possibile sedersi e rilassarsi, soprattutto nelle belle giornate di sole, grazie alle numerose sedie in metallo che possono essere spostate dove preferite. Troverete anche panchine, chioschi e fontanelle.
In fondo alle Tuilleries si raggiunge l’edificio dell’Orangerie, che come suggerisce il nome, era la serra deputata alla conservazione degli agrumeti nel periodo invernale e che tra la fine del ‘800 e l’inizio del ‘900 è stato adibito a spazio museale.
A partire dal 1927 ospita uno dei più importanti cicli pittorici di inizio secolo: Le Ninfee di Monet, un insieme di 12 tavole monumentali che raffigurano appunto il giardino delle ninfee di Monet a Giverny.
Ammetto che questa è stata una delle visite più emozionanti che mi sia capitato di sperimentare. Ho sempre amato molto l’Impressionismo e Monet in particolare, e poter ammirare queste enormi tavole oniriche è stata un’emozione difficile da ripetere a parole.
Posso solo dire che è un’esperienza immersiva totalizzante, l’allestimento è stato studiato appositamente per ospitare questi grandi dipinti che sono sommersi dalla luce naturale e vibrano sulle pareti in un tripudio di blu, viola e verdi.
Non esagero dicendo che ci si trova nella realizzazione di una visione, di un sogno, e che se si ha il tempo di sedersi e ammirare, ci si perde completamente nelle profondità dell’acqua e del riflesso del cielo.

Nell’Orangerie è conservata anche la collezione Jean Walter e Paul Guillame, che raccoglie alcune importanti opere di Cezanne, Renoir, Rousseau e Utrillo, solo per citarne alcuni, e che merita senz’altro una visita, soprattutto vista la chiarezza espositiva.
Nello stesso periodo, è stato possibile visitare anche la mostra dedicata a Franz Marc e August Macke, l’Orangerie infatti ha un ricco programma di mostre monografiche temporanee visitabili al piano interrato e che completano l’offerta del museo.

Anche l’Orangerie fa parte del circuito del Museum Pass e ha una coda velocizzata per i possessori della card.

Dopo un così impegnativo tour, il giorno dopo abbiamo deciso di complicarci la vita affrontando l’enormità di Versailles (vi assicuro che se il Louvre vi è sembrato gigantesco, è nulla a confronto di Versailles).
Anche se Versailles rientra nel circuito del Pass, purtroppo a meno di biglietti specifici, non è possibile saltare la coda di sicurezza per l’ingresso, che può durare anche 4 ore nelle giornate di grande affluenza.
Ricordatevi che la coda per entrare NON E’ quella per il biglietto, che ha un ingresso a lato sulla sinistra, per cui prima di mettervi in coda ricordatevi di munirvi di biglietto e di controllare bene in quale fila dovete mettervi (meglio ancora, programmate la visita per tempo e acquistate i biglietti prima).
La reggia di Versailles fu voluta da Luigi XIV e fatta edificare a partire dal 1662, i lavori di costruzione, ampliamento e miglioramento termineranno solo 53 anni più tardi, alla morte del sovrano.
La reggia ospiterà la corte francese fino al 1789, anno in cui come ben sappiamo, si aprirà il periodo rivoluzionario che porterà alla caduta della monarchia.
Definire Versailles reggia credo sia onestamente riduttivo, e se l’interno vi sembra grandioso, l’esterno è infinito.

La parte più antica ospita gli appartamenti privati del re e della regina, mentre all’inizio del percorso si attraversano gli appartamenti ufficiali, una serie di saloni decorati con temi mitologici, che erano destinati agli incontri ufficiali, fra questi spicca la camera del re, che non era destinata tanto al sonno del sovrano quanto agli impegni politici più importanti.

Il letto del re

Una menzione a parte va ovviamente alla magnifica Sala degli Specchi, di cui non vi metto foto perché sono venute tutte bruttine, un salone decorato a specchi, stucchi, ori e cristalli che è il cuore degli appartamenti reali e dove si tenevano tutte le più importanti cerimonie e balli.
Nell’immensità delle sale, non mi sono sfuggite due chicche: il busto di Luigi XIV scolpito dal Bernini e una Cena in Emmaus del Veronese, che nella bolgia generale passano abbastanza inosservati.

Un’intera ala della reggia fu completamente riveduta e rimodernata per ospitare Napoleone, celebre è il dipinto che vede la sua incoronazione a imperatore e la grandiosa Sala delle Battaglie.
Ma la parte che senza dubbio preferisco di Versailles è il suo splendido giardino, che con i suoi 800 ettari e le cinquanta fontane è di sicuro un esempio illuminato dell’architettura barocca e dei giardini alla francese.
Nota a margine: controllate prima i giorni in cui sono previste le fontane musicali, perché in quelle giornate bisogna pagare un biglietto a parte per i giardini, che diversamente sono gratuiti.
Noi ci siamo andati in una giornata in cui non erano previsti spettacoli, per tanto alcune delle attrazioni più celebri erano interdette e visitabili solo dalle cancellate e tutte le fontane erano spente (mi premeva in particolare vedere il Teatro, poiché ho amato molto il film di Alan Rickman Le Regole del Caos dedicato per l’appunto alla costruzione di Versailles e dei giardini in particolare).

Camminare lungo i suoi viali e ammirare le prospettive sia dall’alto del grande parterre che dalla zona del Grand Canal è molto suggestivo e ogni volta che il sole faceva capolino faceva risplendere gli ori e le decorazioni in marmo.

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Nei giardini è anche possibile visitare il complesso del Trianon, il Petit Trianon in particolare fu fatto edificare per volere di Maria Antonietta, ed era a tutti gli effetti un villaggio autonomo in cui anche attualmente si coltivano prodotti agrari.
Tuttavia dista più di un chilometro dal corpo principale e vista l’enormità della struttura non siamo riusciti a visitarlo, per quanto di sicuro meriterebbe.
All’interno del parco sono presenti numerosi chioschi, alcuni ristoranti e nei pressi del Grand Canal un noleggio di barche a remi. E’ anche possibile visitare il giardino a bordo di minicar, oppure di un trenino che parte a rotazione dal parterre.
Preparatevi a una giornata molto impegnativa a livello fisico, partirete la mattina per rientrare solo nel tardo pomeriggio.
Versailles è raggiungibile con la RER C, un trenino che esce al di fuori di Parigi (non è la metro, per intenderci) e dovrete acquistare un biglietto a parte, al costo di 3 euro circa.
Consiglio sicuramente la visita, ma più che per gli interni credo valga la pena per i giardini, inoltre se per caso deciderete di visitare solo i giardini in giorni dove non sono previsti spettacoli o eventi, sappiate che sono completamente gratuiti e a libero accesso e che sul posto troverete sicuramente dove mangiare.

Alla prossima!

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